Onore in vendita
Onorevole,
quante volte, ascoltando le tribune politiche in televisioni o
leggendo i giornali sentiamo questo termine. Lo sentiamo tante volte
che, ormai, non facciamo nemmeno caso a chi viene riferito.
Riguardo
all'uso di questo termine la prima cosa da ricordare è che,
contrariamente a quanto molti credono il termine "onorevole"
riferito a un eletto non è mai stato istituito, proviene da una
prassi consolidata iniziata nel senato subalpino nel 1848, nella
preistoria del nostro paese praticamente.
Onorevole
significa meritevole di onore.
Il
vocabolario italiano (un'altra cosa che i politici dovrebbero
riscoprire insieme all'onore) definisce l'onore come il valore
morale, il merito di una persona, non considerato in sé ma in quanto
conferisce alla persona stessa il diritto alla stima e al rispetto
altrui.
Quindi
nell'abusato appellativo “onorevole” sono contenuti
implicitamente la fiducia, l'affidabilità e la totale onestà della
persona a cui ci si rivolge. Chiamare un deputato “onorevole” non
è un obbligo, potremmo invece dire che è una sorta di omaggio e di
riconoscimento delle sue qualità.
A
livello teorico tutti i nostri rappresentanti dovrebbero essere
meritevoli di un tale riconoscimento, nella pratica non è così.
Con
una classe politica pesantemente contaminata dalla presenza di
truffatori, mafiosi e criminali di ogni risma l'utilizzo
dell'appellativo onorevole è un vero e proprio insulto verso i
cittadini.
Eppure
ai nostri politici piace essere chiamati così. Apprezzano così
tanto questo titolo che sono spesso arrivati a pretendere il suo
utilizzo; anzi ci sono così affezionati che, tra le migliaia di
disegni di legge in attesa di essere dibattuti in parlamento ne giace
uno che ne propone l'ufficializzazione e la conservazione anche dopo
il mandato.
Un
valore alto come l'onore viene ora abbassato a mero titolo: ormai non
importa più quanti processi gravino sulle spalle di una persona,
quanto possa essere collusa con la criminalità, quanti soldi possa
aver rubato alle casse pubbliche, se entra in parlamento allora
diventa degna di onore. Il bagno elettorale lava le coscienze, rende
i criminali puliti, limpidi ed innocenti. Questo concetto, per quanto
assurdo, continua ad essere ripetuto pubblicamente dai politici. Se
un politico viene votato nonostante sia indagato o condannato
evidentemente è innocente e i suoi guai giudiziari sono frutto di
complotti e persecuzioni da parte dei giudici, è così che ragiona
la nostra politica. Una politica che non cerca il bene del paese ma
solo i voti.
E
così lo stilamento delle liste si trasforma in una vendita di
indulgenze in cambio di favori elettorali: i partiti ottengono voti
in modi più o meno leciti e i candidati ottengono, come si trattasse
di una merce, l'onore, con l'immunità che ne deriva. Un patto equo
no?
Riccardo Martina 4^G
Riccardo Martina 4^G
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