Un "esercito di "studenti-automi" dal video Another Brick in the wall |
“Ormai siete in quinta! Il vostro dovere è studiare!”
Frase trita e ritrita che, puntualmente, gli studenti si
sentono ripetere ogniqualvolta se ne presenti la possibilità. Sembra essere la
risposta ad ogni lamentela, dubbio, esitazione. E’ possibile, o meglio, è
accettabile però che questo dovere
annulli il potere? Possibile che
l’obbligo debba annullare tutto il resto? La mia personale sensazione è di una
cultura che genera anticultura, riluttanza a lei stessa. Una scuola che non
convince lo studente ad interessarsi ma lo costringe a farlo. Ministri dell’istruzione
quanto più possibile lontani dall’effettiva realtà scolastica che giocano con
le fondamenta della società futura creando un esercito di automi con
stupefacenti capacità mnemoniche, ma poco altro. Automi che non hanno avuto il
tempo di interiorizzare e discutere dei concetti imparati e trasmessi dai
professori, nella frenesia continua della spiegazione perché “siamo indietro
ragazzi, dobbiamo finire il programma!”.
Il fatto stesso di definire ‘scuola’ questo bombardamento di
nozioni, più o meno utili, senza possibilità né tempo per il dialogo
rappresenta in sé un’aberrazione. C’è quasi una silenziosa spinta da parte
dell’ambiente verso la passività dello studente: come una spugna che si imbeve
quotidianamente d’acqua, per poi liberarsene e caricarsi nuovamente durante la
successiva immersione.
L’essere attivi, dubbiosi, polemici anche, è ciò che ci
solleva dalla mediocrità alla quale siamo condannati dalla realtà sociale. Non
è, quindi, accettabile che l’istituzione educativa ci diseduchi a questo, raggiungendo
spesso la repressione in sé dell’individuo. E’ come se il sistema scolastico
avesse perso così tanto tempo per capire come si insegna, da aver dimenticato
come s’impara.
Luca Zanuttini 5^M
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