di Silvia Perrone 3^D
Piuttosto importante come
conferenza, dato che attori, politici, attivisti e testimoni diretti
dei disastri causati dal riscaldamento globale cercheranno di
giungere ad un accordo comune che ponga dei limiti da rispettare al
fine di ridurre le emissioni di gas serra e, più concretamente, per
mantenere la variazione della temperatura sotto i 2 gradi Celsius
entro la fine del secolo.
Ora, quello che possiamo
fare riguardo a ciò che di preciso succederebbe se il clima
cambiasse più di due gradi sono perlopiù congetture, quindi
cercherò di tracciare un quadro abbastanza preciso delle cose che
diamo per certe.
La conseguenza più nota
ed evidente è quella dello scioglimento dei ghiacciai: una parte di
ghiaccio si stacca, comincia a galleggiare e ad allontanarsi; nel
giro di relativamente poco tempo si scioglie, innalzando il livello
del mare e diminuendo la superficie dove di fatto vivono numerose
specie animali, come pinguini e orsi polari.
Il WWF nel suo recente
report “Ghiacci bollenti” afferma che l’Antartide, con un
aumento di 3 gradi negli ultimi cinquant’anni, ha perso l’87% dei
suoi ghiacciai; come ho accennato prima, non sono solo orsi polari e
i pinguini ad abitare la zona artica, ma anche importanti cetacei
come le orche, le focene, i narvali, le balenottere minori e le
megattere, il plancton e 270 specie di uccelli (la maggior parte di
questi migra in questa zona del pianeta per nutrirsi e riprodursi).
Si tratta di specie il cui adattamento alle basse temperature,
diventate successivamente condizione necessaria alla loro
sopravvivenza, è paragonabile al nostro, e cioè della specie umana,
per la quale un aumento seppure apparentemente minimo della
temperatura si tradurrebbe in difficoltà non da poco.
Un buon passo in avanti
sarebbe il concentrarsi sulle fonti di energia alternative, sul
trasporto pubblico e sul rispetto di norme già esistenti, che adesso
vengono largamente trascurate; questo presumibilmente perché il
guadagno da parte di gruppi di pressione è molto maggiore e perché
il problema di uno sconvolgimento di interi ecosistemi sembra un
problema lontano. Non per tutti, per fortuna; mentre Greenpeace si
sta tra le altre cose occupando di trasformare in una realtà i
Santuari dei Cetacei italiani (sì, anche noi abbiamo i nostri
cetacei) fino ad ora solo su carta, il WWF (e non solo) si impegna
nella salvaguardia della barriera corallina, dei grandi felini e, più
in generale, dell’ambiente più minacciato.
In attesa dei risultati di
questa conferenza che va concludendosi, possiamo sperare che la
prospettiva a lungo termine di un paese più autosufficiente e di un
mondo più vivibile per noi e per le altre 8,74 milioni di specie
viventi superi l’ambizione di un potere e di un guadagno materiale
temporaneo.
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