La riforma della scuola del governo e l'opposizione dei sindacati
La riforma scolastica Renzi-Giannini è stata proposta dal ministero il 3 Settembre 2014 e pubblicizzata attraverso un sito internet (https://labuonascuola.gov.it/) sul quale, dal 15 settembre, era possibile consultare il disegno di legge spiegato in ogni sua proposta. Il governo si era poi dimostrato aperto ad una discussione con sindacati, insegnanti ed interessati attraverso questionari, dibattiti sul territorio, email, stanze online ed altri metodi, sperando in una maggior collaborazione ed un più efficace risultato. Il consulto si è concluso il 15 Novembre e i risultati sono poi stati divulgati, durante un evento al MIUR, il 15 Dicembre. Un totale di 1.800.000 partecipanti offline ed online, anche provenienti dal resto d’Europa (Francia, Inghilterra, Estonia e Commissione Europea), hanno contribuito alla stesura finale della proposta di legge. È così che finalmente, il 12 Marzo, è stato dato l’ok da parte del Consiglio dei Ministri per il nuovo ddl e sono conseguetemente nati così i primi malcontenti all’interno dei sindacati che si aspettavano una presa d’atto diversa delle loro rimostranze.
Lo sciopero, che era stato indetto dai Cobas delle scuole d’infanzia ed
elementari per il rinvio delle assunzioni a loro destinate, ha quindi man mano
raccolto sempre più adesioni (CGIL, CISL, UIL, SNALS, GILDA)
fino a raggiungere un numero di partecipanti che non si vedeva dal 2007. Alcuni
degli insegnanti si sono persino spinti oltre, minacciando il blocco degli scrutini
e promuovendo l’invalidazione delle prove INVALSI da parte degli studenti. A
questo, il premier, ha deciso di rispondere in maniera mediatica, come sua
abitudine, con un video in cui promuoveva e spiegava la nuova riforma
sottolineando l’importanza di avere la scuola finalmente al centro dei
dibattiti. Così arriviamo al 20 maggio, data in cui la proposta,
sostanzialmente invariata, è passata alla Camera con 316 sì. Gli emendamenti
fatti riguardano proprio quei punti che avevano fatto infervorare i
sindacalisti nei giorni precedenti. I deputati hanno cercato di arginare il
problema del “Preside-Sceriffo” riducendo i poteri del dirigente, che ora sarà
accompagnato da un nucleo, composto da due genitori e due docenti, nell’assegnazione
del bonus per gli insegnanti e dovrà rispondere delle proprie azioni ad un
nucleo di valutazione regionale. Hanno poi tolto il 5x1000 e quindi diminuito
il rischio di un divario eccessivo tra scuole elitarie e quelle situate in
contesti disagiati. La speranza del governo è che la proposta riesca a passare piuttosto
rapidamente al senato, con poche o nulle modifiche, permettendo una rapida
attuazione della riforma che, con punti come quello sull’assunzione dei
precari, si prospettacome urgente.
Chiara Intini 5^C
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