Passa ai contenuti principali

Editoriale


di Nicola Petrucco 5^H
 
Ed eccoci qua, sopravvissuti all’ondata di compiti pre-fine quadrimestre e a quella più tradizionale di dicembre; il Preludio, pur fra mille peripezie è qua pronto a darvi manforte per queste ultime ore dell’anno (solare, non sperate).
Dall’ultimo numero sono accaduti fatti che rimarranno nella storia e che condizioneranno a lungo le nostre vite. Di questi avvenimenti troverete ovviamente traccia all’interno di questo numero: abbiamo raccolto con l’intervista di Francesca la testimonianza diretta dei fatti di Parigi vissuti dalla figlia della prof. Pizzo. Inoltre la fusione dicotomica fra il buon Raffaele Indri e Luca Picotti ha portato i suoi frutti: un’analisi intelligente su un aspetto che spesso viene tralasciato farà riflettere chi di voi riuscirà a schivare egotismi e incidentali (ma vi vogliamo benissimo lo stesso). Volutamente abbiamo voluto prendere la questione di profilo e non di petto: troppi, davvero troppi fra gli “intellettuali” e i giornalisti di caratura nazionale e locale hanno dato mostra del peggio di sè in questa circostanza. Non è stato solo il “Bastardi islamici” dell’amico Belpietro ma anche, e forse soprattutto, quei piccoli gesti, pensieri o articoli che hanno riempito la nostra quotidianità di diffidenza. Nella nostra tranquilla cittadina in questo momento si poteva fare solo un errore: iniziare a considerare, anche implicitamente, come pericolosi se non terroristi le centinaia di persone che in questi mesi abbiamo accolto e che sono diventati parte della nostra quotidianità. Invece lo abbiamo fatto, come testimoniano eloquenti titoli da prima pagina dei quotidiani locali e i troppi sguardi sospettosi.
Come avrete potuto notare dal bel disegno in copertina, l’altro tema portante di questo numero è legato alla Conferenza sul Clima tenutasi a Parigi agli inizi di dicembre e alla drammatica situazione in cui riversa il nostro pianeta. Anche su questo aspetto, come per la questione terrorismo, è fondamentale osservare la situazione con occhio diligente stando attenti a non scivolare nella pigrizia facile della banalità che mai ha portato a qualche risultato. C’è inoltre un altro legame tra questi due temi: può non sembrarci ma passano anche, per certi versi soprattutto, sulle nostre gambe. E’ divertente e liberatorio sparare a zero sui grandi del mondo, che siano gli Stati Uniti in un caso o le grandi industrie nell’altro, ma un tassello rilevante per la risoluzione di entrambe le questioni prende vita dal modo in cui ogni giorno ci relazioniamo con l’altro e il pianeta. Il nostro modo di guardare e i chilometri che decidiamo di percorrere a piedi segnano e determinano il nostro futuro, almeno tanto quanto le decisioni prese nei bei palazzi. Non ci resta che decidere. Ce ne parlerà la nostra cetologa preferita Silvia Perrone con il supporto del nuovo acquisto Celeste Bozzetto.
All’interno di questo numero troverete, per opera della penna di Linda Amaduzzi, un altro commento sulla grande novità di quest’anno nel nostro liceo: il bimestre. Ora, a proposito, vorrei ribadire: si tratta di doverose opinioni di studenti. Sarà possibile tirare le fila di questa sperimentazione solo alla conclusione di quest’anno scolastico. Nel frattempo però è opportuno dare la possibilità a tutti di dire la propria, in particolar modo agli studenti che in passato non hanno avuto l’occasione per poterlo fare. Per quanto riguarda l’aspetto legato al registro elettronico, è doveroso ricordare che si tratta di una norma nazionale.

Disegno di Chiara Lesa, 4^H
All'interno di questo numero troverete due articoli: il primo relativo all'orto botanico e il secondo ad una premiazione dei cento e lode. Questi due pezzi non sono stati scritti da nessuno studente ma la Provincia ci ha chiesto più volte la loro pubblicazione e quindi eccoli qua.
Anche quest’anno abbiamo deciso di portare avanti due progetti per me molto significativi: la partecipazione al Festival del Giornalismo di Perugia e la preziosa collaborazione con il CSS-Teatro Stabile d’Innovazione. Per quanto riguarda il primo, quindici componenti della redazione saranno nel capoluogo umbro il primo weekend di aprile e avranno modo di partecipare agli incontri e conferenze che si terranno. A tal proposito è doveroso da parte mia ringraziare il Dirigente Scolastico, la Direttrice dei servizi generali e amministrativi e la signora Eliana per la fiducia e la disponibilità che hanno reso possibile la realizzazione di quest’occasione. Un grazie è doveroso anche per il professor Sciuto che con la sua presenza sostiene il nostro lavoro. Non posso dimenticare tutti i gli studenti che hanno reso possibile con il loro lavoro la realizzazione di questo numero. Non posso citarli tutti, ma molti di loro li troverete sfogliando le pagine. Lasciatemi però ricordare lo sforzo di quelle due persone che non molto saviamente hanno deciso di giovarsela in prima persona; Shani, in perenne lotta contro l’avversa tecnologia che rende ancora più difficoltosa l’impaginazione (ma Silvio ci insegna che il bene vince sempre, non temere) e Luca che ancora sopporta le mie correzioni e che fa un lavoro davvero essenziale di gestione della redazione e degli articoli. Grazie.
Buona lettura!

Commenti

Post popolari in questo blog

Moonshine, drink it all the time

di Matteo Nigris e Matteo De Cecco 5^G Forti della recente uscita di Carnelian [2015] e della risposta fondamentalmente ottima della critica specializzata, i Kill the Vultures, duo hip hop di Minneapolis costituito da Crescent Moon (rapping) e DJ Anatomy (beat, strumentali), hanno iniziato a marzo un tour europeo che vede come grande protagonista l’Italia, in cui terranno tredici date. Una di queste, grazie al contributo di Hybrida, che si occupa dal 2003 di portare musica dal vivo in zona, è risultata essere proprio Udine, nella programmatica location del bar del Cinema Visionario. Così come il cinema unisce individui dalle più disparate formazioni culturali in uno stesso luogo, così il concerto si è dimostrato essere tutto meno che un’adunanza fra patiti di hip hop: l’11 aprile (dopo un rinvio di una settimana dovuto alla nascita imprevista del figlio di Anatomy) la “fauna” che si riunisce in via Fabio Asquini è quanto mai eterogenea, quasi insperabilmente considerata la nat

Lettera al Messaggero Veneto

Giovedì 2 luglio abbiamo scritto una lettera al Messaggero Veneto in protesta ad un articolo sul Marinelli contenente informazioni imprecise e talvolta inventate, sperando di vederla pubblicata o quantomeno di ricevere qualche spiegazione. Purtroppo non è stato così e non abbiamo nemmeno ricevuto una risposta. Non ci resta allora che pubblicare qui la lettera, dando a tutti la possibilità di conoscere i veri fatti, nella speranza che, complice la viralità del web, si riesca a destare l'attenzione del Messaggero Veneto. Caro direttore, Le scriviamo questa lettera per esprimerle il nostro disappunto a riguardo di un articolo apparso sul vostro giornale domenica 28 giugno e intitolato Maturità 2015, gli studenti del Marinelli: "Udine addio, vado al Politecnico". Già dal titolo si capisce quale sarà il tono dell'articolo, ma il peggio arriva dopo. L'articolo è solcato da una serie di fatti puramente inventati. La Sara intervistata ha solo detto che proverà i

Il Combattente

La storia di Karim Franceschi, un italiano che ha difeso Kobane dall’Isis di Marco Mion 5^C Le sue mani hanno accarezzato volti e impugnato Kalashnikov e i suoi occhi hanno contemplato i sorrisi e i lutti di un popolo che, seppur ignorato dai riflettori internazionali, combatte per conquistare la propria libertà, la pace e la democrazia. Karim Franceschi è uno scrittore e attivista politico di ventisette anni che ha combattuto contro lo Stato Islamico a Kobane tra le fila dei partigiani Curdi. E’ stato ospite d’onore, assieme al giornalista Corrado Formigli, al decimo Festival Internazionale del Giornalismo tenutosi a Perugia, in cui ha presentato il suo libro “Il Combattente”. Ha raccontato in una Sala dei Notari gremita una realtà drammatica con estrema sensibilità, elogiando i valori e gli ideali che scandiscono la vita di questi combattenti. Inevitabile il confronto tra questi uomini e donne e quei partigiani che, insieme alle forze alleate, libera