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Visualizzazione dei post da giugno, 2015

Verso una buona scuola?

La riforma della scuola del governo e l'opposizione dei sindacati La riforma scolastica Renzi-Giannini è stata proposta dal ministero il 3 Settembre 2014 e pubblicizzata attraverso un sito internet ( https://labuonascuola .gov.it/) sul quale, dal 15 settembre, era possibile consultare il disegno di legge spiegato in ogni sua proposta. Il governo si era poi dimostrato aperto ad una discussione con sindacati, insegnanti ed interessati attraverso questionari, dibattiti sul territorio, email, stanze online ed altri metodi, sperando in una maggior collaborazione ed un più efficace risultato. Il consulto si è concluso il 15 Novembre e i risultati sono poi stati divulgati, durante un evento al MIUR, il 15 Dicembre. Un totale di 1.800.000 partecipanti offline ed online, anche provenienti dal resto d’Europa (Francia, Inghilterra, Estonia e Commissione Europea), hanno contribuito alla stesura finale della proposta di legge. È così che finalmente, il 12 Marzo, è stato dato l’ok da part

Liberté, fraternité... Inegalité?

Un'azione di protesta del movimento Occupy Wall Street   Il problema della disuguaglianza economica è recentemente tornato al centro dell’attenzione. Lo era sempre stato sin dagli albori del capitalismo, dalle tesi di Marx sino alle proteste del 1968, ma un periodo di crescita un po’ più armoniosa nel secondo dopoguerra sembrava dimostrare che il capitalismo, con il tempo, potesse porre rimedio alle bruttezze che aveva generato. La realtà è che lo sviluppo del 1900 è stato alquanto anomalo. Due guerre mondiali hanno totalmente sconvolto l’economia, tramite una distruzione incontrastata tanto dei patrimoni immobiliari, tra un bombardamento e l’altro, quanto dei patrimoni finanziari, ridotti da dissesti e debiti vari. Per finanziare la ricostruzione del dopoguerra, i governi europei furono costretti a prendere decisioni coraggiose, tasse straordinarie e molto pesanti sui capitali più ingenti per ridurre immediatamente il debito pubblico, e poi tasse progressive e durature nel te

Dove è il nostro ideale

Non tendiamo più a nulla. Siamo fermi, immobili. Impassibili. Quella dinamicità che ha da sempre caratterizzato la parabola evolutiva umana sembra svanire, sopraffatta da una comoda staticità, capace di appagare l'animo e di presentarsi come fine ultimo esistenziale. E' sparito l'ideale, etico, morale. Nell'ottocento in Germania vi erano giovani che guardavano con occhi illuminati il loro professore, Fichte, sedotti dall'intensità emotiva dei suoi discorsi, dal desiderio di libertà. Così come lo erano i giovani italiani, quando Mazzini proclamava con grande pathos quella che doveva essere la nuova Italia. E nel 68, la coscienza stessa degli studenti ha acceso gli animi e riempito le piazze. Ora, il vuoto. Figli del boom economico, siamo abituati all'abbondanza e privi di umiltà, pensiamo che questo sia il nostro locus amoenus, che oltre non si possa andare. Assistiamo a quel vuoto ontologico della politica attuale, ma ciò non scalfisce i nostri animi. Rimaniamo

Disertori

Ero il brivido di sentirsi persi. Scioperare l’esistenza come forma di protesta, anarchismo della forma, rinuncia al contenuto. Leggevo Camus e mi credevo un assurdo. Un giorno deformai l'obiettivo della mia macchina fotografica per cercarci il negativo ma era solo luce, devastazione bianca. In realtà non so neanche come funzioni una macchina fotografica, non ho praticamente mai neanche avuto tempo per scrivere, proiettavo immagini che erano il mio tempo che erano il dubbio di voler ricominciare,  mi credevo, qualche volta, sincero… E comporre disegni che sembravano dettati celesti di un dio minore, versi sacri di amori profani, a volte a spingersi fino al muro più alto, solcare i palazzi, lasciarsi cadere. Chiedevo solo amore. Un’estrema sintassi, il vomito grigio di cui spesso parlo, leggere Alberto Dubito ad alta voce e rimanere spaesati, non sapersi più capire. La maschera di cui si nutrono le città, i miei abiti di provincia e i miei versi senza rima, le lunghe attese per

Rappresentanza: creare ponti

Un' assemblea d’Istituto del 1986 Comincio col dire che sono stata costretta a scrivere questo articolo nonostante la mia vocazione, sempre che ne abbia una, non sia lo scrivere. Comunque dovrei parlarvi del Marinelli e di cosa potrei dire di aver capito in due anni di rappresentanza della vita scolastica: a mio parere non so quanto vi possa interessare, però ci proverò cercando quindi di evitare ricordi e sentimentalismi vari. Come maturanda mi trovo in quel limbo improbabile dove non vedi l’ora di andartene ma allo stesso tempo, vedendo che manca solo un mese, ti chiedi come abbiano fatto i cinque anni che in prima sembravano un’infinità a finire così in fretta e vorresti solo avere meno preoccupazioni e più calma per goderti questi ultimi giorni. L’odio nei confronti della scuola causato di solito dalle continue valutazioni ci mostra come si sia trasformata da un privilegio a un puro dovere ai limiti della scocciatura. I tempi sono inevitabilmente cambiati ma a mio parer

Preludio a qualcosa di bello

Quando sei in quinta e mancano pochi giorni alla fine del liceo, emozioni contrastanti ti annebbiano la mente. La tristezza di dover dire “addio” a persone e situazioni familiari si contrappone alla gioia di poter presto affrontare cose nuove e stimolanti, guardi al passato con nostalgia e al futuro con un misto di paura e eccitazione. L’esame di maturità incombente, che si affronta con fin troppi pensieri nella testa, non aiuta. Tali sono le condizioni di instabilità psichica in cui mi trovo mentre scrivo questo articolo, e perciò non rispondo pienamente delle mie parole, eccessivamente melense e disordinate. Cinque anni sono un tempo lungo, soprattutto se costituiscono un quarto della tua vita. Potrei dire che mi ricordo il primo giorno delle superiori ma non sarebbe vero, di quell’anno ricordo poco, e mi pare quasi che si trattasse di un’altra persona. Ricordo invece la prima riunione di Preludio a cui partecipai all’inizio della terza; con me c’era Chiara, venuta lì giusto per a

Eccellenze tra i banchi di scuola

I risultati conseguiti dal nostro liceo nel corso di quest'ultimo anno Giona Micossi in un momento di orgoglio per il suo risultato Anche quest’anno il Marinelli ha dimostrato, in varie occasioni, di vantare studenti validi e motivati: numerose infatti sono state le competizioni a cui hanno preso parte, ottenendo ottimi risultati, alcuni studenti del nostro liceo. Primo fra tutti Giona Micossi di 5^G, che lo scorso 8 maggio si è aggiudicato la medaglia d’oro alla XXXI Edizione Nazionale delle Olimpiadi della Matematica, tenutasi a Cesenatico dal 7 al 10 maggio. Un altro traguardo importante è stato raggiunto da Fabio Zoratti di 5^D, che, dopo essersi qualificato alla fase nazionale delle Olimpiadi di Fisica, è riuscito ad ottenere il secondo posto, salendo sul podio per il terzo anno consecutivo, dopo un bronzo sia ai nazionali che ai mondiali lo scorso anno, e un argento, sempre nella fase nazionale, in quello precedente. Nulla può fermare Fabio Zoratti dal parteci

Mattiammazzo: l'avaro di Molière

Apriamo con la fine, iniziamo con la morte. Le luci accese, qualcuno grida, un uomo cade, tutto tace. Dov’è la finzione? Qual è il confine? Ma procediamo con ordine, immaginiamo un orchestra di 47 elementi coordinati fra loro,  canti e controcanti, imbeccate, fughe, violini. si potrebbe quasi parlare di meta teatro, di una realtà che guarda un'altra realtà fittizia la quale osserva un’ulteriore rappresentazione scenica. Se non fosse che di mezzo ci sono due linguaggi nemici dichiarati, il teatro e la televisione, che si squadrano malevoli e innamorati, se non fosse che l’Avaro di Molière è un testo strano, una commedia che sembra un po’un dramma, che ricorda un’autobiografia o qualcosa di già sentito, di già vissuto dallo spettatore. Sfrontatezza, il coraggio di essere giovani, di essere tanti ma di essere un gruppo che non ha paura di farsi avanti, di ribaltare la tradizione. C’è una legge non scritta nel teatro che dice che la morte sul palco è dappertutto tranne che in scen

Božidar Stanišić si racconta

Božidar Stanišić (Visoko, Bosnia,1956) già professore di lettere a Maglaj, località a nord di Sarajevo, dal 1992 vive con la sua famiglia in Friuli, a Zugliano.Oltre a offrire il suo contributo letterario, pubblicistico ed educativo a diverse iniziative di pace e non violenza per i diritti civili dei rifugiati e degli stranieri, Stanišić ha sempre collaborato alle iniziative culturali dell’Associazione - Centro di accoglienza “E. Balducci”, con cui ha già pubblicato tre raccolte poetiche: "Primavera a Zugliano", "Non-poesie" e "Metamorfosi di finestre". Diverse di queste liriche sono state incluse nelle raccolte "Quaderno Balcanico, Cittadini della poesia", collana diretta da M. Lecomte (1998), "Conflitti - Poesie delle molte guerre", a cura di I. Landolfi (2001) e "Ai confini del verso", a cura di M. Lecomte (2006), pubblicata anche in inglese, negli USA. Grande attenzione gli dedica "Nuovo Planetario Italiano. Geogra

Alice Mizzau: il nuoto nelle vene

Intervista ad Alice Mizzau Scuola, casa, palestra. Questi sono i luoghi che negli ultimi anni hanno fatto da sfondo alla vita di Alice Mizzau, atleta della nazionale italiana di nuoto. I sacrifici per questa giovane promessa del nuoto non sono mai mancati, né da parte sua e nemmeno da parte di tutti coloro che l'hanno sempre accompagnata e sostenuta in questo suo importante sogno di vita, prima fra tutti l’amata mamma Ida. Tutte le fatiche fatte l'hanno portata alle più alte vette, fino a gareggiare assieme alle sue compagne Federica Pellegrini, Alice Nesti e Diletta Carli nella staffetta 4x100 alle scorse Olimpiadi di Londra. Gareggiare come portabandiera della nazionale del proprio paese alle Olimpiadi, è il sogno di una vita, e avere la possibilità a soli 22 anni di ripetere questa esperienza, sembra pazzesco anche solo da immaginare. Ma la friulana Alice, agli Open Spagnoli svoltisi a Malaga questo Aprile, ottenendo l’argento ai 200 stile libero, ha ricevuto