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Visualizzazione dei post da luglio, 2015

Lettera al Messaggero Veneto

Giovedì 2 luglio abbiamo scritto una lettera al Messaggero Veneto in protesta ad un articolo sul Marinelli contenente informazioni imprecise e talvolta inventate, sperando di vederla pubblicata o quantomeno di ricevere qualche spiegazione. Purtroppo non è stato così e non abbiamo nemmeno ricevuto una risposta. Non ci resta allora che pubblicare qui la lettera, dando a tutti la possibilità di conoscere i veri fatti, nella speranza che, complice la viralità del web, si riesca a destare l'attenzione del Messaggero Veneto. Caro direttore, Le scriviamo questa lettera per esprimerle il nostro disappunto a riguardo di un articolo apparso sul vostro giornale domenica 28 giugno e intitolato Maturità 2015, gli studenti del Marinelli: "Udine addio, vado al Politecnico". Già dal titolo si capisce quale sarà il tono dell'articolo, ma il peggio arriva dopo. L'articolo è solcato da una serie di fatti puramente inventati. La Sara intervistata ha solo detto che proverà i

Intervista a Pierluigi Di Piazza

 “Un uomo semplice e complesso a cui sembra di avere un cuore troppo piccolo per tutte le storie che ha ospitato e che ospita.” Così Pierluigi Di Piazza, prete udinese e insegnante di religione, definisce sé stesso. Nel 1988 ha fondato il Centro di accoglienza per stranieri “Ernesto Balducci” di Zugliano, luogo di ospitalità per i bisognosi e di promozione culturale. E’ autore dei libri “Fuori dal tempio” e “La Chiesa al servizio dell’umanità”, e nel 2012 ha scritto un libro, sottoforma di dialogo, insieme a Margherita Hack dal nome “Io credo, dialogo tra un’atea e un prete”.  Quando capì per la prima volta di avere la vocazione per diventare prete? Penso che le chiamate nella nostra vista si intuiscano a poco a poco e che le risposte avvengano in diversi momenti, fino a che la vita stessa, per le scelte che in essa si compiono, diventa una risposta. Posso dire che l’orientamento della mia vita è guidato dal riferimento a Gesù di Nazareth, dall’incontro con tante persone n

Consulta, occasione persa? La risposta del presidente

Nel numero del Preludio di carnevale è stato pubblicato un articolo di Luca Picotti nel quale si raccontava la plenaria della Consulta Provinciale degli Studenti. A questo è seguita la replica del Presidente della CPS, Francesco Tognato, studente del Liceo Classico “J. Stellini”, che vi presentiam o Premettendo che a Luca Picotti mi lega un sentimento di amicizia, non posso tuttavia esimermi da rispondere all’articolo sulla Consulta, che ha pubblicato nel numero di carnevale del Preludio. E ciò non per orgoglio  personale, ma per un senso di correttezza. Due sono i concetti fondamentali sui quali vorrei soffermarmi: il primo riguarda l’articolo in sé e il secondo si riferisce a quella che è la responsabilità collettiva. Mi ha fatto male leggere quell’intervento perché, a mio avviso, parlare di quell’incontro della Consulta come di un’occasione sprecata è riduttivo e non corrispondente al vero. Dico questo, innanzitutto perché durante quella plenaria i rappresentanti del Marin

Fantasmi a Kaliningrad: il realismo rarefatto di Bartas

Recensione di Trys dienos «Due specie di film: quelli che impiegano i mezzi del teatro (attori, messa in scena) e si servono della macchina da presa al fine di riprodurre ; quelli che impiegano i mezzi del cinematografo e si servono della macchina da presa al fine di creare ». (Robert Bresson, Notes sur la cinématographe , 1950–1958) Se si definisce realista il primo lungometraggio del lituano Šarūnas Bartas, questo Trys dienos , occorre chiarire come esso si discosta dalle più diffuse definizioni del termine. Trys dienos non assoggetta la propria coerenza alla realtà al desiderio di esprimere concezioni morali o rendere cosciente lo spettatore circa problematiche sociopolitiche – obiettivi che si manifestano nel neorealismo italiano o più recentemente nel cinema di autori internazionali quali i fratelli Dardenne, Mike Leigh o Ken Loach. La contrapposizione non è esclusivamente tematica, bensì anche metodologica. Trys dienos si spinge infatti ben oltre nella sua radicali

Dietro le quinte del cinema

Intervista ad Alberto Barbera, direttore della Mostra del cinema di Venezia Dalla laurea in Storia e Critica del cinema alla giuria a Cannes. In esclusiva per il nostro giornale, Alberto Barbera, direttore della Mostra del cinema di Venezia e del Museo del cinema di Torino, ha risposto alle nostre domande.  Lei è un personaggio di spicco nello scenario della critica cinematografica internazionale. Cosa l'ha portata a scegliere questo mestiere e qual è stato il suo percorso formativo?   Sin da bambino ho avuto la passione per il cinema, che ho iniziato a frequentare dall'età di 5 o 6 anni. Da subito, avevo deciso che avrei cercato lavoro in questo ambito. Dopo aver rinunciato a fare l'attore e il regista per mancanza di possibilità concrete (e sicuramente di talento), mi sono dato da fare per trovare un'occupazione "contigua". Frequentavo ancora l'Università di Torino, quando ho iniziato a collaborare con l'AIACE (Associazione Italiana

Le ultime dalla Consulta

Ecco a voi l’ennesimo quanto doveroso articolo di fine anno e in questo caso anche di fine mandato. Sono infatti passati quasi due anni da quel piovoso 31 ottobre 2013 che ha sancito l’inizio del mio incarico ed è quindi giunta l’ora di fare un bilancio di ciò che è stato. Abbiamo iniziato, a causa del tempi tecnici della consulta previsti dai misteriosi decreti ministeriali, a novembre inoltrato, dopo le elezioni suppletive che hanno visto trionfare (chissà perché) il nostro Valerio, che ringrazio di cuore. Una volta riformati i vari organi esecutivi (consiglio di presidenza e commissioni varie), il primo atto è stato la stesura del parere sul dimensionamento della rete scolastica. Questo è un documento redatto dalla Regione ogni anno e richiede, prima di essere approvato, il consenso delle singole Provincie e quindi delle Consulte. Tutto ciò sembra molto lontano dalla vita quotidiana degli studenti ma con questo atto si va a decidere quale istituto deve essere chiuso o quali ind

OGM: non siamo quello che mangiamo

Gli Organismi Geneticamente Modificati sono probabilmente una delle conquiste più importanti mai fatte dall’uomo, eppure in Italia sono vietati. La cosa più deprimente, è che questo divieto assoluto non ha nessuna ragione scientifica degna di questo nome e va a danneggiare l’Italia in primis, che non potendo coltivarli da sè è costretta ad importarli da altri paesi. Pur non essendoci una ragione ufficiale per questo assurdo divieto, ne circolano molte e diverse di ufficiose, tutte equamente improbabili e demenziali. La prima è senz’altro che gli OGM, in virtù del loro DNA modifcato, andrebbero poi a loro volta a modificare il DNA di chi li mangiasse. Secondo questo simpatico principio, non essendoci differenze fisiche tra il DNA naturale e quello artificiale, ogni volta che mangiate qualcosa contenente del materiale genetico, e che a meno che non viviate d’acqua è sempre, dovreste ritrovarvi delle aggiunte al DNA. Mangiato insalata? Bum, siete verdi. Salmone per cena? Meglio dormir

Istituto e Consulta: ecco cosa ne pensano gli studenti

Anche quest’anno per concludere in bellezza vi presentiamo i risultati dei sondaggi che mostrano cosa ne pensate sull'operato dei nostri rappresentanti d’Istituto e della Consulta . I 200 studenti partecipanti hanno compilato un questionario a risposta multipla online diffuso attraverso i nostri social media a tutti i marinelliani. Come possiamo vedere dai grafici seguenti, rispetto all'anno scorso la presenza e il lavoro dei rappresentanti d'Istituto e della Consulta sembrano essere stati percepiti maggiormente nonostante rimanga molto elevata la percentuale di studenti che hanno risposto per nulla" o "poco". Il fatto, però, che una buona percentuale di marinelliani abbia ritenuto "sufficiente" o "abbastanza buono" l'operato dei nostri rappresentati, ci dimostra come la comunicazione tra loro e gli studenti sia diventata più efficace e soddisfacente. In generale, dunque, si può considerare il lavoro dei rappresentati d'Istituto e

Felici o sani?

“Non si preoccupi, troverà il modo di sfruttarlo. Gli utenti iPhone schiacciano il tasto ‘home’ in media 500 volte a giorno.” Questa è stata la consolante frase dell’operatore che mi ha venduto il telefono, quando ho espresso la mia perplessità riguardo al piano che prevedeva 5 GB di internet mensili. Come ulteriore argomentazione, evidentemente deluso dalla mia espressione, ha continuato dicendo che i giovani ormai non possono più a fare a meno della costante connessione. Così, oltremodo infastidita da questa triste generalizzazione, ho cominciato ad osservare più attentamente scene di vita quotidiana altrimenti trascurabili, scoprendo che effettivamente il caro venditore non aveva tutti i torti; in autobus, a scuola, in città, al cinema, in macchina, da soli, con gli amici… Non è mai il momento sbagliato per usare il proprio smartphone. Lo scenario si è scoperto essere più drammatico del previsto; persone che camminando per strada con lo sguardo fissato nel quadratino luminoso int