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OGM: non siamo quello che mangiamo

Gli Organismi Geneticamente Modificati sono probabilmente una delle conquiste più importanti mai fatte dall’uomo, eppure in Italia sono vietati. La cosa più deprimente, è che questo divieto assoluto non ha nessuna ragione scientifica degna di questo nome e va a danneggiare l’Italia in primis, che non potendo coltivarli da sè è costretta ad importarli da altri paesi. Pur non essendoci una ragione ufficiale per questo assurdo divieto, ne circolano molte e diverse di ufficiose, tutte equamente improbabili e demenziali.
La prima è senz’altro che gli OGM, in virtù del loro DNA modifcato, andrebbero poi a loro volta a modificare il DNA di chi li mangiasse. Secondo questo simpatico principio, non essendoci differenze fisiche tra il DNA naturale e quello artificiale, ogni volta che mangiate qualcosa contenente del materiale genetico, e che a meno che non viviate d’acqua è sempre, dovreste ritrovarvi delle aggiunte al DNA. Mangiato insalata? Bum, siete verdi. Salmone per cena? Meglio dormire nella vasca da bagno che non si mai vi crescano le branchie nel sonno. Uova a colazione? Se siete fortunati per pranzo potreste essere già alla vostra prima covata.
Seconda, ma non per fantasia, è la teoria che vuole tutti gli OGM portatori di un gene della sterilità, o come viene chiamato dai più apocalittici, il gene “terminator”. In parole povere ogni pianta nata da un seme OGM non sarebbe poi in grado di produrre semi fertili, costringendo il contadino a dipendere dall’azienda che li produce. La verità è che i semi prodotti da OGM sono fertili tanto quanto quelli naturali, e tanto per la cronaca, i coltivatori da almeno quarant’anni non conservano più parte del raccolto per riseminarlo l’anno successivo, ma comprano annualmente i semi per non rischiare che si rovinino durante l’inverno.
La terza ed ultima improbabile teoria vuole che i malvagi OGM siano in grado di ibridarsi con le piante presenti naturalmente nell’ambiente, specie diverse incluse, andando quindi a costituire una fonte di inquinamento genetico. La cosa è abbastanza improbabile visto che in termini animali sarebbe come dire che è possibile creare un ibrido pesce rosso-gatto facendoli accoppiare, ma a quanto pare resta comunque una leggenda dura a morire.
Il fatto è che in realtà ci sono ottimi motivi per mettere in dubbio la sicurezza degli OGM come singole specie, come ad esempio la possibilità che un’interazione con altri geni della pianta porti alla creazione di nuovi allergeni, ma nessuno che fino ad ora ci abbia indicato che tutti gli OGM sono necessariamente dannosi per la salute umana e l’ambiente.
Nei paesi dove la coltivazione di queste piante è consentita, l’organismo geneticamente modificato è sottoposto ad una serie di esperimenti per decretarne la sicurezza, e, nel caso li passi, viene messo in commercio come una qualsiasi altra semente.
Gli OGM non hanno nessuno svantaggio certo, ma molti vantaggi sicuri, come ad esempio: raccolti più abbondanti con meno fertilizzanti dannosi per l’ambiente, piante più resistenti ai parassiti e funghi per limitare l’utilizzo di pesticidi non così salutari per l’uomo e minor necessità d’acqua con vegetali più resistenti alla siccità.
Sarebbe quindi forse ora che in Italia, anche in accordo col tema “nutrire il pianeta” che ha deciso di dare all’Expo che sta ospitando, si aprisse finalmente una discussione scientificamente seria sugli OGM e si smettesse di dare come al solito ascolto solo a chi urla più forte.
Riccardo Spanu 5^D

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