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La storia della patente


L'ottenimento della patente può sembrare una meta lontana. In verità, occorre semplicemente compiere 18 anni e quindici giorni, superare l’esame di teoria composto da 40 domande sul codice stradale, e, in seguito a 6 ore di guida obbligatoria con l’autoscuola, conseguire l’esame pratico. Facile no? Sicuramente non rassicura venire a sapere dell'esistenza di un record detenuto da un 28enne di Leicester City il quale è stato bocciato per la 92esima volta all’esame teorico della patente, ma non bisogna farsi intimorire. Piuttosto è utile pensare a ciò che si potrebbe fare in seguito… magari guidare una “Dragster”, un'auto sportiva per gare di accelerazione, alimentata a formaggio, collaudata sulla pista di Salt Lake City nello stato centro-americano dello Utah, partecipare al campionato mondiale “Red Bull Soapbox” di auto “fatte in casa” a Hong Kong oppure guidare a Londra un carro armato cingolato da guerra mondiale, un blindato Chieftain da ben 55 tonnellate, e divertirsi a investire una normale berlina passandoci sopra.
Ma quali solo le origini della patente?
Un primo regolamento di guida comparve già nell'antica Roma nell'età di Giulio Cesare,  il quale, un anno prima della sua morte, promulgò la Lex Iulia Municipalis, che regolava l'accesso e la conduzione dei carri all'interno della città. Per esempio, era imposto il divieto di transito ai mezzi pesanti dall'alba al pomeriggio inoltrato. Ma solo alla fine dell'800 si ebbero le prime forme di patente di guida “moderne”, richieste  in Francia, in cui il primo permis de conduire fu rilasciato a Léon Serpollet nel 1883, col quale venne autorizzato a condurre il triciclo a vapore da lui ideato e costruito, e  in Prussia dal 1888. Negli Stati Uniti si dovette aspettare fino al 1910, grazie alla pressione pubblica sconcertata dal numero crescente di vittime coinvolte in incidenti automobilistici.
In Italia la prima normativa nazionale, “Regolamento per la circolazione delle automobili sulle strade ordinarie”, venne stabilita dal regio decreto n° 416 del 28 luglio 1901. Quell'anno, il primo italiano a ottenere la patente fu Bartolomeo Tonietto, celebre chauffeur di casa Savoia.
Nonostante le numerose revisioni apportate al primo codice, si dovette aspettare fino al 1992 prima che il “Nuovo codice della strada” entrasse in vigore, in parte modificato successivamente nel 2010.
Una volta in macchina, ottenuto il permesso di sedersi finalmente sul sedile del guidatore, l'importante è rispettare sempre il codice stradale. Gli italiani purtroppo non sono i migliori in questo, infatti, da una delle ultime stime si apprende che tra il 2003 e il 2010 sono stati persi dagli italiani ben 68 milioni di punti della patente.
In conclusione, pongo un augurio a tutti voi, futuri neopatentati, ad arrivare all'età di 103 anni ancora con la patente in mano, come la signora Margaret Dunning, della classe 1910, che tuttora guida la sua  Packard 740 Roadster del 1930 lungo le strade del Michigan.

Eleonora Gennaro 5^I

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