Opinioni: chi è contro il "Water day"...
Qualunque
persona dotata del minimo senno – e, in un liceo scientifico, si
presume che questa categoria sia mediamente ben rappresentata –
dovrebbe concordare su questo: che il cosiddetto “water day” o
“giornata della farina” che chiamarlo si voglia vada
assolutamente riprovato e boicottato. Si tratta di un evento insulso
e illegale, per rinunciare a epiteti più veraci di fantozziana
memoria. Le situazioni di pericolo a cui espone sono ben note e,
ahimè, tristemente confermate dalla realtà dei fatti: credo la si
possa ritenere senza timore d'esagerazione la prima causa eliminabile
di infortuni agli studenti di questi ultimi anni. Bisogna ricordare
inoltre che assalire una persona, quand'anche con farina e acqua,
resta un'aggressione, e come tale può essere punita non solo
scolasticamente ma legalmente. Volendo pure tralasciare l'aspetto più
giuridico di un simile gesto, che – tristemente constatiamo – non
sembra essere sufficiente a convincere della sua inopportunità, è
la stessa coscienza di ciascuno di noi che dovrebbe gridare ed
inveire sdegnata verso lo spreco che questa “usanza” implica.
Solo una mente dall'ignoranza abissale potrebbe giustificare tutto
ciò in nome della goliardia. Si pensi per un momento alla quantità
di cibo, perchè di cibo si tratta, e di acqua, che viene gettata in
terra per divertimento. Non è forse un vero e proprio insulto agli
occhi di chi per un solo pacco di quella farina sarebbe disposto a
elemosinare per ore? Non è forse un atto non solo sciocco, ma di una
cattiveria sfrontata?
Tutto questo
avviene in nome di un presunto divertimento. Mah. Detto francamente,
un'usanza che fonda il proprio divertimento sull'impaurire, sporcare
e danneggiare delle persone più piccole non mi pare aver nulla di
divertente, semmai di codardo e ridicolo. Voi sostenitori di questa
follia, vi divertireste forse a gettare, che so, su vostra madre
mentre va al lavoro un pacco di farina e una secchiata d'acqua?
Eppure si tratta dello stesso gesto: si tratta di una violenza a una
persona che prima di tutto sta andando a fare il proprio dovere, e
come tale dovrebbe avere il diritto di farlo in tranquillità;
secondariamente, di una persona che con voi condivide l'ambiente
scolastico, e a buon diritto può essere considerata alla stregua di
una persona cara. O siete forse delle bestie?
Il colmo
della comicità sta tuttavia in un'altra considerazione che ho spesso
sentito come presunto argomento vincente da chi ancora serbasse
qualche dubbio: “eh, ma insomma, ce la siamo presa per quattro
anni, adesso bisognerà pur che ci vendichiamo, no?”.
Ebbene, c'è
poco da lamentarsi se poi si vive in un Paese che, con le parole di
un vate della canzone, “a fargli i complimenti ci vuole fantasia!”.
Questo è precisamente il tipo di becero ragionamento italiota che
più o meno suona: “se fanno i furbi gli altri, sono forse stupido
io a non fare il furbo?”, oppure “tanto ci sarà comunque qualcun
altro che lo fa”. Scommetto che, quando voi che quest'anno siete in
quinta eravate dalla parte dei più piccoli, avreste preferito che
non ci fosse nessuno ad annaffiarvi. Senza contare che, come più
volte qualcuno ha ricordato, tutto ciò della “tradizione” ha ben
poco, ma piuttosto dello scadimento degli ultimi anni di usanze ben
più civili.
Contiamo per
ultima buona ragione per evitare la “giornata della farina” le
condizioni tremende in cui versano i marciapiedi per un buon mese di
seguito, e cioè coperti di poltiglia muffita e maleodorante. Mi
chiedo come qualcuno che usi lavarsi possa sopportare ciò senza
fatica.
Si tratta
dunque di mostrare, ma soprattutto a se stessi, quel pizzico di
maturità che un diploma alla fine di quest'anno metterà per
iscritto.
Rivolgo il
fermo invito a chiunque a superare per un momento qualunque
pregiudizio. Ragionate, considerate se sia più giusto o sbagliato
fare tutto ciò.
Per chi
volesse dire il suo personale “no”, quella mattina ci troveremo
presso un supermercato, acquisteremo la farina che avremmo utilizzato
per gettarla e la porteremo in dono alla mensa della Caritas di Via
Ronchi. I dettagli organizzativi di questa iniziativa saranno
definiti nei prossimi comitati studenteschi.
A coloro che
invece perseverassero nella loro ottusità, nel ritenere divertente
uno scempio del genere, ebbene io dico: verrà un giorno in cui la
serenità della vostra vita non dipenderà solo da voi, e pregherete
perchè gli altri usino quel grano salis e
quella clemenza che voi non siete in grado di trovare in voi stessi.
Andrea
Palermo 5^D
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