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Bcs, la terza sede del Marinelli


di Celeste Bozzetto 3^A


"Sono le 7.50: ho tempo per un caffè in Bcs"
Qualsiasi persona abbia studiato al Marinelli negli ultimi 20 anni ha pensato almeno una volta questa frase. Il Bcs è il bar situato di fronte alla sede centrale e da anni è il punto di ritrovo non solo dei marinelliani ma anche degli studenti dello Zanon e del Malignani. Ad attirare al suo interno i liceali non sono solo i caldi caffè capaci di dare la giusta carica per affrontare la giornata scolastica, ma è soprattutto la presenza del mitico gestore: Roberto Ceccato, meglio conosciuto come Roby. Gestisce il bar da 22 anni assieme alla figlia Lisa e conosce ogni studente che abbia mai varcato la sua porta, rallegtandone le mattine e regalando fiumi di sorrisi e battute. Purtroppo questo tranquillo ecosistema è stato scosso da un fulmine a ciel sereno: con un inaspettato post su Facebook Roby dichiara il cambio di gestione dello storico bar. In poche ore la notizia passa sulla bocca di ogni studente o ex studente gettando un velo di malinconia e sgomento. Roby però, anche alla fine della sua avventura, non ha voluto negare un ultimo piacere ai marinelliani rispondendo a qualche domanda.

-Come e quando è iniziata l'avventura del Bcs?-

"L'avventura del Bcs è iniziata nel '94. Passavo spesso davanti al locale perché il mio commercialista aveva lo studio poco lontano. A quel tempo era una gelateria ma non riuscivo a capire come fosse possibile che un locale di fronte ad una scuola fosse sempre vuoto, così ho deciso di prenderlo in gestione. La mia idea iniziale era di farne un bar simile a quello di Happy Days."

-Com'erano i primi anni?-

"Il primo anno è stato duro, non c'era quasi nessuno. Poi a poco a poco come tutte le cose ha preso il via".

-Com'è lavorare fra i giovanissimi?-

"Lavorare fra i giovanissimi è meraviglioso, grazie a tutto quel tempo coi ragazzi sono rimasto giovane anch'io. Spesso quando mi confronto con miei coetanei rimango impressionato da come siano diversi da me e mi sento quasi un pesce fuor d'acqua".

-Come ti faceva sentire il fatto di essere un punto di riferimento per gli studenti?-

"Era bello.  La mattina mi alzavo e sapevo che avrei avuto una bella giornata, c'era sempre qualcuno con cui scherzare o al quale dare una parola di conforto."

-Come mai smettere?-

"È stata una scelta dovuta purtroppo. Per vari motivi logistici non avrei potuto continuare e a malincuore ho dovuto smettere"

-Cos'è stato per te il Bcs?-

"Quel bar è stato una casa, al di là di chi venisse a consumare o meno era un bel modo per stare assieme, divertirsi e soprattutto fare gruppo. La cosa bella del Bcs era che si poteva socializzare al di là delle mura scolastiche, lì i ragazzi potevano staccare dalla scuola e passare del tempo in completa tranquillità. Il filo conduttore della mia gestione è stato proprio questo: il socializzare e il creare un ambiente familiare". 

-Cosa ti hanno dato i ragazzi?-

"Gli studenti mi hanno fatto passare 20 anni senza nemmeno accorgermene: mi sembra ieri di aver iniziato tutto e grazie a loro ho potuto affrontare ogni giorno con il sorriso e la spensieratezza di un giovane. Mi hanno donato ricordi bellissimi e sorrisi infiniti, ogni istante era una festa con loro."

-Cosa vorresti dire agli studenti?-

 "Vorrei che mantenessero quell'armonia e quell'allegria che hanno sempre avuto. Delle superiori dovrebbe rimanere il ricordo di cinque anni passati (oltre che a studiare ovviamente) a divertirsi e a fare nuove esperienze prima di essere catapultati nel mondo degli adulti."

-È un addio o un arrivederci?-

"Si spera un arrivederci. La volontà di aprire da qualche altra parte c'è, quindi adesso si vedrà".



Non è tardata ad arrivare la risposta degli studenti che sono stati subito pronti a raccontare cos'era il Bcs per chi stava dall'altra parte del bancone.

-Quando ci sei entrata la prima volta? Perché?-

Carolina, marinelliana dal 2008 al 2013: 

"Non ricordo precisamente la prima volta, ma ci giurerei di averlo fatto da subito per sfuggire ai geloni mattutini. A poco a poco è diventata una routine, ci si sedeva nel solito tavolo e si attendevano le 8 in compagnia dei compagni di classe e dell'inconfondibile risata di Roby". 

-Perché c'era questa attrazione verso il Bcs? A cos'era dovuta?-

Elena, alunna del terzo anno:

"L'attenzione era scaturita da Roby e Lisa poiché hanno sempre saputo trattare i giovani (cosa essenziale per un bar situato di fronte ad una scuola), hanno saputo attirare a se una fedele clientela grazie ai prezzi modici  accompagnati sempre da calorosi sorrisi".

-Che clima c'era all'interno?-

Pietro e Francesco, studenti dal 2010 al 2015:

"È indescrivibile. C'era una familiarità meravigliosa:era una seconda casa. Stare lì era un modo per concedersi un momento di pace e svago dopo le sofferenze scolastiche, anche se non prendevi nulla o se ti fermavi solo per studiare c'era sempre Roby pronto a rincuorarti ed a farti tornare il buon umore smarrito tra i banchi della classe".

-Qual è il ricordo più bello lì dentro?-

Cesare, allievo  del terzo anno:

"Decisamente le mattine prima dei compiti in classe. Io ed i miei compagni ci trovavamo sempre lì di buon'ora con l'intento di ripassare ma finivamo sempre per giocare a briscola, lasciando i libri rigorosamente chiusi". 

-Com'è cambiato,secondo te, negli anni?-

Andrea, liceale dal 2010 al 2015:

"Il Bcs non è mai cambiato, cambiavano gli studenti e le generazioni ma il bar rimaneva sempre uguale, era questo il bello: aveva una sua integrità che lo rendeva unico nel suo genere".

-Come Roby rappresentava il Bcs?-

Linda, ragazza del quarto anno:

"Roby rappresentava il Bcs perché conosceva tutti, studenti e professori, presenti e passati. Quando si pensava a quel bar non veniva tanto in mente il luogo fisico quanto l'idea di una "comunità" che era ben rappresentata nella sua onnipresente figura" .

-Cosa facevi lì?-

Mattia, marinelliano dal 2008 al 2013

"Principalmente, andavo da Roby per studiare, era l’unico posto nel quale mi fosse possibile studiare dieci ore di fila. Negli anni del liceo facevamo lì i compiti prima di entrare a scuola o studiavamo per i compiti in classe quando entravamo alle nove. Ci passavamo tutte le assemblee di istituto dove ci trovavamo assieme alle altre classi, spesso e volentieri sezioni diverse, ma anche età diverse (ad esempio terze al tavolo con le quinte). Per questo motivo dico che ci ha aiutati a crescere: ci permetteva di dialogare con molti studenti molto più grandi di noi oltre che con le classi che a scuola vedevamo poco perché in sedi diverse. Era il nostro punto di aggregazione dove stringevamo amicizie e passavamo in compagnia le grigie giornate di pioggia. Per noi era il completamento della dimensione liceo perchè ci dava proprio l’idea di far parte di un grande gruppo di amici… alla fine era ciò che realmente eravamo."

-Cosa ti dava in più rispetto ad un altro bar?-

Sveva, studentessa del terzo anno:

"Il Bcs non era un bar, era il salotto della casa del proprio migliore amico! In un bar comune tu sei il cliente e sei lì per consumare, nel Bcs invece tu venivi trattato come uno di famiglia  anche se magari era la prima volta che ci mettevi piede. Vedere Roby e Lisa di prima mattina pronti a farti iniziare la giornata con un sorriso era un toccasana, più che un bar era un limbo sereno lontano dallo stress scolastico".

-Che personaggi sono Lisa e Roby?-

Daniele, detentore di una delle targhe di merito presenti fra i tavoli del locale:

"Roby e Lisa erano il Bcs. Roby era come uno zio per ognuno di noi, pronto a rincuorarti se la vita scolastica non va a gonfie vele e a ricordarti che una buona birra potrà sicuramente risollevare le sorti della giornata. Lisa, instancabile, non ha mai sbagliato un'ordinazione, sempre pronta a richiamare all'ordine il padre se si adagiava a parlare con i clienti. Difficile descriverli a tutto tonto anche perchè le parole non basterebbero a rendere giustizia a questi due! Chi frequentava il Bcs sa di che cosa parlo".



Il Bcs dunque non è stato solo un semplice bar: è stato un palcoscenico che ha visto nascere amicizie, amori, feste, compagnie, tesine d'esame e compiti in classe. Era una vera e propria succursale dove venivano insegnati l'allegria e il divertimento. Roby è stato un insegnante ignaro ma soprattutto presenza importante della vita liceale dei marinelliani. Il BCS è stato e sarà per sempre un dolce ricordo di quegli spensierati anni. 

Il Bcs e il suo seguito durante un pesce d'aprile

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