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"Un bacio"


di Raffaele Indri 5^L

Un bacio è tratto dal romanzo omonimo di Ivan Cotroneo, che dirige anche il film. In un'intervista, il regista ha dichiarato che la scelta di girare a Udine è stata motivata dalla necessità di un territorio versatile, che contenesse in poche decine di chilometri una certa varietà ambientale. In effetti, ciò che emerge dalla visione è innanzitutto la coerenza geografica delle riprese, che certo contribuisce alla pretesa realista della narrazione.
Lorenzo si trasferisce a Udine per un'adozione che ormai, dati i suoi sedici anni, più non attendeva. L'impatto con la nuova scuola non è idilliaco. È gay dichiarato, piuttosto istrionico e appariscente nel vestiario. La sua camicia a motivo di farfalle non collima bene col provincialismo del liceo scientifico in cui si è iscritto. Non è però l'unico reietto – Blu, colta e aggressiva, è derisa per la sua fama di ragazza facile. L'emarginazione di Antonio è invece più sottile: benché star della squadra di basket della scuola, il ragazzo vorrebbe alienarsi dall'immagine di idiot savant capace soltanto di infilare i tre punti. Tra loro nascerà un rapporto di amicizia.
Un bacio spazia dunque dal rapporto conflittuale tra il gruppo e il sistema scolastico in cui sono immersi alla disamina psicologica delle loro storie individuali, intersecando poi queste col fil rouge dell'opera tutta, cioè il problema sociale dell'omofobia. Se il primo aspetto svicola spesso in un tratteggio di personaggi accessori superficiale e tendenzioso, ad hoc per la necessità narrativa di esplicitare le ragioni dei protagonisti (esemplare, in questo senso, la scena dello smalto nero), le sequenze prettamente domestiche e il simbolismo qui impiegato sono più interessanti. I vestiti vecchi e impolverati dei genitori di Blu rimandano alla frattura che caratterizza ormai il loro rapporto, frattura compresa dalla ragazza soltanto nel momento in cui scopre un blog segreto in cui la madre si sfoga per i propri fallimenti esistenziali. Le battute di caccia che Antonio compie col padre sono reiterati riti di passaggio alla maturità, nonché prove necessarie al giovane per confrontarsi col fratello maggiore, scomparso da poco, verso cui nutre un profondo complesso di inferiorità. Lorenzo, che si dimostra sfrontato e disinteressato al giudizio sociale, nella dimensione privata fantastica su una realtà alternativa in cui è accettato e amato – questo è ciò che tenta di rappresentare, con un discutibile uso di sovrimpressioni, la sequenza in cui Lorenzo è acclamato dall'intera scuola, accalcata sotto il balcone della sua camera.
I lati migliori di Un bacio sono comunque la solidità della sceneggiatura e la gestione del ritmo narrativo. I riferimenti cinematografici sono differenti. Il più immediato è forse Rebel Without a Cause, manifesto del disagio adolescenziale nel dopoguerra americano. Al di là dello scandalo che avvolse il capolavoro di Ray alla sua uscita per via del rapporto ambiguo e vagamente bisessuale tra i tre protagonisti (Dean, Mineo e la Wood), entrambe le opere mostrano l'incomunicabilità generazionale che divide questi adolescenti dai genitori (che, sia chiaro, non hanno colpe se non quella di essere a loro volta perduti), trattano l'inesorabile momento di trapasso all'età adulta (celebre la sfida automobilistica nel film americano) e rendono manifesti, sui corpi dei propri protagonisti, il rancore e la frustrazione che essi sentono – si pensi ai fremiti persistenti di Dean e li si confronti coi tremori alle mani di Antonio nell'ultima battuta di caccia, che riflettono verosimilmente i sensi di colpa che egli percepisce.
La differenza sostanziale tra le due opere è però che, se i giovani protagonisti del film di Ray non riescono mai, nemmeno in linea di principio, a impiegare un meccanismo di sublimazione che permetta loro di superare le proprie problematiche in modo ottimale, ciò accade in Un bacio. I tre danno sfogo alla propria creatività e l'amicizia ha effetti mutualmente positivi. Antonio progredisce sul piano intellettivo, Blu affina il proprio stile letterario e Lorenzo si innamora. Questa sublimazione è presente anche nell'altra grande influenza del film di Cotroneo, cioè The Perks of Being a Wallflower di Chbosky, che peraltro è un riferimento storicamente più probabile, considerato anche il ruolo centrale che attribuiscono entrambe le opere all'omosessualità e alla rigetto sociale che ne consegue.
Un bacio è però fallimentare nel tentativo di affrontare la questione dell'omofobia. Mika canta così nella canzone pubblicizzata dal film: “You say it's only words [...] Nothing's only words. That's how hearts get hurt.” Quando Blu chiede a Lorenzo come fa a sopravvivere agli insulti e alle aggressioni verbali con cui regolarmente deve scontrarsi, lui le mostra una pagina web che raccoglie le storie di adolescenti suicidati a causa dell'omofobia. Tra questi figura, per pochi fotogrammi, Tyler Clementi, che si gettò da un ponte nel 2010 poiché un compagno di università aveva diffuso un video che lo ritraeva mentre baciava un ragazzo. In Un bacio, i tre ragazzi pubblicano un video su YouTube che contiene informazioni private su alcuni compagni di liceo da loro detestati – informazioni profondamente umilianti, capaci di indurre al suicidio individui sufficientemente fragili. È dunque questo che lascia una certa amarezza, terminata la visione: la necessità drammaturgica di offrire una vendetta spettacolare ai propri personaggi giustifica atti non molto differenti da quelli che si condannano col progetto artistico generale. È un'approssimazione ingiustificabile, un atto di leggerezza che corrompe un lavoro di scrittura, regia e recitazione del resto positivo.

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