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Balene, cambiamenti climatici e altre creature mitologiche


di Silvia Perrone 3^D

In questi giorni (30 novembre-11 dicembre) si sta svolgendo la Conferenza delle Parti della Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite, altrimenti detta COP21: 195 stati e l’Unione Europea riuniti a Parigi a discutere per trovare una soluzione ai cambiamenti climatici ormai in atto.

Piuttosto importante come conferenza, dato che attori, politici, attivisti e testimoni diretti dei disastri causati dal riscaldamento globale cercheranno di giungere ad un accordo comune che ponga dei limiti da rispettare al fine di ridurre le emissioni di gas serra e, più concretamente, per mantenere la variazione della temperatura sotto i 2 gradi Celsius entro la fine del secolo.

Ora, quello che possiamo fare riguardo a ciò che di preciso succederebbe se il clima cambiasse più di due gradi sono perlopiù congetture, quindi cercherò di tracciare un quadro abbastanza preciso delle cose che diamo per certe.

La conseguenza più nota ed evidente è quella dello scioglimento dei ghiacciai: una parte di ghiaccio si stacca, comincia a galleggiare e ad allontanarsi; nel giro di relativamente poco tempo si scioglie, innalzando il livello del mare e diminuendo la superficie dove di fatto vivono numerose specie animali, come pinguini e orsi polari.

Il WWF nel suo recente report “Ghiacci bollenti” afferma che l’Antartide, con un aumento di 3 gradi negli ultimi cinquant’anni, ha perso l’87% dei suoi ghiacciai; come ho accennato prima, non sono solo orsi polari e i pinguini ad abitare la zona artica, ma anche importanti cetacei come le orche, le focene, i narvali, le balenottere minori e le megattere, il plancton e 270 specie di uccelli (la maggior parte di questi migra in questa zona del pianeta per nutrirsi e riprodursi). Si tratta di specie il cui adattamento alle basse temperature, diventate successivamente condizione necessaria alla loro sopravvivenza, è paragonabile al nostro, e cioè della specie umana, per la quale un aumento seppure apparentemente minimo della temperatura si tradurrebbe in difficoltà non da poco.

Un buon passo in avanti sarebbe il concentrarsi sulle fonti di energia alternative, sul trasporto pubblico e sul rispetto di norme già esistenti, che adesso vengono largamente trascurate; questo presumibilmente perché il guadagno da parte di gruppi di pressione è molto maggiore e perché il problema di uno sconvolgimento di interi ecosistemi sembra un problema lontano. Non per tutti, per fortuna; mentre Greenpeace si sta tra le altre cose occupando di trasformare in una realtà i Santuari dei Cetacei italiani (sì, anche noi abbiamo i nostri cetacei) fino ad ora solo su carta, il WWF (e non solo) si impegna nella salvaguardia della barriera corallina, dei grandi felini e, più in generale, dell’ambiente più minacciato.
In attesa dei risultati di questa conferenza che va concludendosi, possiamo sperare che la prospettiva a lungo termine di un paese più autosufficiente e di un mondo più vivibile per noi e per le altre 8,74 milioni di specie viventi superi l’ambizione di un potere e di un guadagno materiale temporaneo.

“Quando avrete abbattuto l'ultimo albero, quando avrete pescato l'ultimo pesce, quando avrete inquinato l'ultimo fiume, allora vi accorgerete che non si può mangiare il denaro.” (Toro Seduto, nativo americano dei Sioux Hunkpapa)

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