Vi
siete mai chiesti come mai, alla presentazione delle liste per la
rappresentanza d’istituto e di consulta, per la prima ci siano innumerevoli
studenti che dibattono accanitamente per ottenere l’elezione, e per la seconda
sia difficile trovarne perfino due? Qualcuno mi risponderà: “ E’ logico; noi
alunni abbiamo la possibilità di ascoltare le varie proposte dei candidati per
la rappresentanza d’istituto, coi i loro pro e contro, al fine di poter maturare
un’opinione personale tale da permetterci di valutare una futura candidatura o
meno, a seconda dell’interesse del singolo. Riguardo alla consulta, invece, non
possiamo farci molto…a malapena sappiamo cos’è”. Ed ecco che si tocca così il
punto fondamentale, dal quale vorrei proprio partire. Infatti, come tanti di
voi “ben non sanno”, la consulta provinciale degli studenti (CPS) è un
organismo istituzionale di rappresentanza studentesca su base provinciale,
tanto utile quanto sconosciuto alla maggior parte dei ragazzi. Giovedì 11
dicembre si è tenuta l’assemblea plenaria, alla quale ho avuto l’opportunità di
partecipare in qualità di inviato del “Preludio”.
Questo allo scopo di permettere che tutti voi sappiate cosa accade in queste
riunioni, di cosa si parla, che progetti vengono proposti e che problemi si devono
affrontare.
Infatti,
se tutti i diretti interessati, ovvero noi giovani alunni – rappresentati dai
due candidati eletti - avessero una conoscenza solida e approfondita, si
potrebbe creare un legame più dinamico e costruttivo con la CPS , usufruendo e sfruttando meglio
le possibilità e i poteri istituzionali di quest’ultima, nata proprio per
ascoltare le nostre difficoltà o le nostre proposte, integrandole su uno sfondo
di carattere provinciale, così da permettere il
pieno confronto e supporto tra tutte le scuole superiori. Sono tanti, infatti,
i progetti previsti per quest’anno scolastico, di cui alcuni veramente
formativi e interessanti, per sensibilizzare gli studenti, per accrescere la loro creatività e
tant’altro. Per esempio – così che tutti possiate farvi un’idea – ve ne elenco
alcuni: per i politici “in erba”, interessati
alle nuove riforme del governo, è prevista una
consultazione nazionale sulla #LaBuonaScuola;
per i più” fantasiosi” esiste il progetto “Friuli
future forum”, dove si è invitati a proporre
nuove soluzioni per edifici e spazi ormai dimenticati. Molti sono anche gli
incontri incentrati sulla prevenzione della ludopatia o interventi sulla
donazione di organi e sangue, sull’alcol e sulle droghe. Tanti sono anche i
progetti per l’università, il lavoro, e tutto ciò che da più vicino ci
riguarda.
Divisi
in quattro commissioni, i membri della consulta
si impegnano così per tutto ciò che è inerente alla salute, ai trasporti – una
lotta che sicuramente molti di voi avrebbero buoni motivi per portare avanti,
così magari prima o poi riusciremo tutti ad arrivare in orario con la SAF – alla stampa, potendo
così presenziare con varie proposte nelle reti regionali come Telefriuli, e al territorio, consultandosi con il Comune, i Vigili del
fuoco e i Vigili urbani per l’organizzazione di
ciò che riguarda, appunto, il nostro territorio.
Parte
dell’ultima plenaria è stata utilizzata per una discussione/dibattito tra i rappresentanti
degli istituti di Tolmezzo e l’assessore provinciale in merito alla prossima, e
molto contestata, “fusione” tra le varie scuole superiori della cittadina
carnica, che sconvolgerebbe i normali equilibri del Liceo
delle scienze applicate, privandolo dei laboratori. Questo problema ha fatto sì
che prendessero voce in capitolo anche altri rappresentanti, interpreti dei
vari malcontenti dovuti a spazi limitati e mancanza di attrezzature.
Alla
prossima plenaria, cui mi auguro di
poter di nuovo partecipare per tenervi aggiornati sullo sviluppo delle varie
iniziative, saranno presenti vari assessori, con i quali si potrà dialogare al
fine di risolvere i vari problemi. Ed è proprio questo lo scopo della Consulta: un dibattere continuo per trovare soluzioni
alle varie complicazioni segnalate
proprio da noi. Ma, nonostante la sua rilevanza, non sfrutta appieno le proprie
possibilità, proprio perché poco conosciuta. Non
deve nascondersi quasi fosse una “setta
massonica”, ma aprirsi a tutti. I verbali
dovrebbero essere resi pubblici e la presenza di esterni accolta con
entusiasmo. Con tutti i buoni progetti e le più ammirevoli intenzioni, questo organo avrebbe delle potenzialità altissime,
ma sono necessari dei cambiamenti, a partire dal regolamento, per eliminare quelle
pecche che ne limitano l’efficacia. L’obiettivo è arrivare ad un legame tra
studenti, rappresentati d’istituto e consulta così forte da sembrare un organo
solo, dove tutti sanno e tutti propongono, una sorta di democrazia, forse
utopica ma auspicabile, non un’oligarchia – tanto per creare un’immagine
politica - . Tale analogia potrebbe essere un po’ troppo forte ed eccessiva per
rappresentare un semplice organismo provinciale di rappresentanza studentesca,
ma il concetto rimane quello. Perché, e nessuno può negarlo, ogni studente vive
i suoi anni di scuola superiore interessandosi quasi esclusivamente alla sua
classe o al massimo a qualche questione riguardante il suo istituto, mentre i
vari rappresentanti della Consulta si impegnano nelle varie assemblee a portare
a termine progetti di notevole importanza, sia organizzativa
che educativa, ed
è svantaggioso per tutti ignorarli. Ebbene, da questo momento in poi vogliamo immergerci di più nel mondo esterno che ci circonda,
entrare a contatto con altre scuole e interloquire, confrontarsi e discutere
con realtà differenti su un tema così delicato come l’istruzione?
Spero
di si. E la consulta ci dà la possibilità di farlo, ma dobbiamo collaborare
tutti, non solo i pochi “addetti” ai
lavori.
Luca Picotti 4^H
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