...con lo stomaco pieno di tappi... |
All'inizio del
nuovo millennio è ormai chiaro che, per la prima volta dall'estinzione dei
dinosauri, il nostro pianeta sta vivendo enormi trasformazioni ambientali.
Infatti, confrontando scatti
degli ultimi cinquant’ anni con quelli di oggi,
si apprende un’amara verità: per far spazio all’uomo, stiamo distruggendo la natura.
Poche informazioni vengono riportate su giornali, le azioni sono eseguite all’insaputa di tutti, come lo sfruttamento del suolo o
gli stermini di intere popolazioni animali per mano dell’uomo. Prendiamo come
esempio quell’ animale i cui cuccioli ci fanno innamorare: la tigre. E’ uno
dei più grandi felini della Terra e non ha predatori in natura, a parte l’uomo. Nel
mondo restano soltanto tremila e duecento tigri, un
numero molto basso per un animale che contribuisce in maniera decisiva agli
equilibri di alcuni degli ecosistemi più importanti del Pianeta Terra. Dal 1900 ad oggi la popolazione
di tigre ha avuto una riduzione del 95%, registrando negli ultimi anni un aumento
esponenziale delle uccisioni che hanno raggiunto un totale di cento all’anno. Tutto questo, però, non sta accadendo
solo alle tigri. Pensiamo a migliaia di altri animali che muoiono ogni giorno
sulle nostre spiagge, foreste, e strade con lo stomaco pieno di tappi e
sacchetti di plastica. Nell’arcipelago delle Hawaii c’è un isolotto, l’Atollo
di Midway, ma non si tratta, come forse pensate, del paradiso, bensì
dell’inferno. Le spiagge sono cariche di plastica, il che gli ha conferito il
nomignolo di “Civiltà della plastica”. Ed è sulla spiaggia che gabbiani e altri
volatili, muoiono in silenzio, soli e agonizzanti di dolore. Non vengono
sepolti, non hanno i cimiteri, gli animali. Eppure sono esseri viventi, hanno
un cervello, le zampe per muoversi, una bocca per mangiare e come gli umani, si
riproducono. Ma se l’uomo non rispetta sé stesso, come si può
pretendere che rispetti le altre creature con cui deve condividere lo spazio su
questo pianeta? La
pelliccia dei cappucci di alcuni giubbotti che indossiamo non è finta, ma noi
non ci facciamo caso, non ci sentiamo male ad indossare il pelo di un animale
che è stato ucciso per quello scopo. Siamo noi che, acquistando e gettando
oggetti e indumenti, facciamo soffrire e scomparire moltissime specie di esseri
viventi che, come noi, hanno diritto di esistere. Il petrolio che viene estratto
anno dopo anno ormai sta finendo e noi,
invece di usarlo con intelligenza, lo sprechiamo e ne consumiamo sempre di più
ogni anno, aumentando smog, effetto serra e assottigliando sempre di più lo
strato di ozono. Tutto ciò è causato non solo dall’insaziabile sete di denaro
di alcuni che, per loro volontà, continuano a distruggere la Terra, ma anche
dalle limitate informazioni che vengono divulgate. Non possiamo immaginare
quanti piani vengono architettati per sfruttare fino all’osso il suolo
terrestre solo per gli infidi scopi degli esseri
umani. Non ci rendiamo conto che, se non attuiamo subito dei cambiamenti, il
pianeta non esisterà più per le
generazioni future. Esso
si riprenderà nel tempo, ma quando l’uomo non sarà più in grado di nuocergli.
Noi non possiamo più pensare di vivere su questo pianeta senza causare danni. Il cammino attuale dell’uomo è sbagliato. Il
problema è che se “occhio non vede,
cuore non duole” e nel frattempo non ci accorgiamo che i cambiamenti stanno
avvenendo e anche in fretta. Non possiamo
“scegliere” se collaborare o meno per
ristabilire l’ecosistema, non dobbiamo pensare che solo coloro che detengono un
certo potere possono dare una svolta, dobbiamo agire tutti. Nella storia della specie umana, abbiamo chiaramente
sviluppato la capacità di distruggere noi stessi. Questo è stato vero fin dal
1945. Da più di vent’anni, infatti, sui giornali e riviste si riportano dati di
agenzie come l’ organismo per l’ambiente dell’ONU o della NASA o ancora, di
associazioni impegnate sul campo come Greenpeace. Un innalzamento di un solo
metro del livello dei mari comporterà un’emigrazione delle popolazioni di centinaia di milioni di
persone. La mancanza di acqua potabile sarà motivo di nuove guerre. Dobbiamo
riacquistare un po’ di amore per la natura e fare in modo che il tempo speso
sulla Terra non sia utile solo a farle del male, poiché, se non ve ne siete
ancora accorti, è lei che ci permette di vivere, nient’altro.
Aurora Venir 3^H
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