Il nostro intruso ci racconta ancora una volta l'ultima plenaria
Ci si aspettava una plenaria
di grande importanza, dove finalmente le lamentele degli studenti potevano
ricevere risposte concrete da parte degli assessori esperti nei vari ambiti
inerenti alla “vita scolastica”. Il 27 gennaio, invece, ciò che ha dominato
Palazzo Belgrado è stato una sorta di silenzio, un disinteresse rattristante da
parte dei ragazzi. Non si ha tutti i giorni l'opportunità di poter disquisire
con i responsabili dei trasporti, dell'edilizia e dell'istruzione della nostra
Provincia. Sedie vuote, altre svuotate poco dopo l'inizio e altre troppo prima
della fine della riunione. Una CPS poco vivace e molto assonnata, incapace di
cogliere l'attimo e, in senso positivo, di mettere i bastoni fra le ruote agli
assessori. Questi si sono impegnati a rispondere alle domande poste dagli studenti delle varie
scuole, raccolte precedentemente dai rispettivi rappresentanti: inefficienza
del servizio SAF, mancanza di riscaldamento nelle palestre, perdite d'acqua
all'interno delle varie scuole, parametri di sicurezza non rispettati ecc. Non
è né un'esagerazione né tanto meno una scusante parlare di crisi in questo
caso. Gli assessori sono stati chiari e sinceri: la provincia è subordinata
alla regione, e in questo periodo i fondi messi a disposizione e destinati ai
servizi scolastici sono minimi. I propositi ci sono, e i progetti di
manutenzione e restaurazione sono nel cassetto; tirarli fuori, a quanto pare, è
il problema.
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Un momento della plenaria del 27 gennaio |
L'atteggiamento degli assessori man mano che il misero dibattito
andava avanti si è però progressivamente chiuso in una sorta di difensiva,
cercando di cogliere dal passato quei bei frutti probabilmente introvabili nel
futuro (?): “Nel 2012 abbiamo fatto questo...nel 2013 quest'altro...”. E dal
2015 in poi? Evidentemente il passato prossimo è maggiormente apprezzato,
rispetto a quel fastidioso indicativo futuro. “Da domani FAREMO questo”.
Sarebbe così bello, sentirselo dire. Forse hanno ragione, è impossibile dare
inizio in questo momento a progetti così dispendiosi (pensiamo al solo tetto del
liceo di Gemona, un intervento di massima urgenza che porterà via con sé su i
350 mila euro). Però, se tanto si predica la Buona Scuola, che si dia Sicurezza
agli studenti, anche se solo provvisoria e imperfetta. Sarebbe un passo avanti,
per garantire un’istruzione di livello più elevato. Infatti, -sarà un esempio
banale-, ma studia meglio il ragazzo nella sua camera ordinata e tecnologica o
quello nello sgabuzzino a pezzi? Se non è possibile ottenere subito la camera
ordinata e tecnologica almeno che si ripari lo sgabuzzino. Mi sarebbe piaciuta
una risposta simile da parte degli assessori, dei quali ho ammirato comunque la
sincerità. E mi sarebbe anche piaciuto che fossero stati tutti i ragazzi, non
solo pochi intraprendenti e laboriosi, a intervenire e dare un contributo
personale, al fine di rendere il dibattito più costruttivo di quello che
effettivamente è stato. La Consulta non è un modo per saltare scuola, o per
sedersi in comode poltrone. E' un impegno da portare avanti, con la massima
serietà e la consapevolezza di rappresentare non solo sé stessi, ma tutti gli
studenti della propria scuola. Quindi, una volta eletti, si va per lavorare
alle plenarie, non per dormire. E sono sicuro che se tutti si fossero
presentati con questo spirito, all'ultima plenaria, avremmo sicuramente potuto
ricevere risposte ancora più esaustive e spiegazioni ancora più dettagliate.
Questo deve fare la Consulta. Non vorrei mai somigliasse al Parlamento Italiano.
Luca Picotti, 4^H
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