Il TTIP è il
trattato transatlantico per il commercio e per gli investimenti, che pone come
fine ultimo l’aumento degli scambi tra UE e USA.
Un ulteriore
obiettivo dell’accordo è uniformare i regolamenti dei continenti, in modo che
non ci sia alcun ostacolo alla libera circolazione delle merci. Secondo lo
Stato italiano questo aumenterebbe le esportazioni e creerebbe nuovi posti di lavoro di qualche
unità percentuale.
Alcuni
sostengono che il TTIP non aiuterebbe a migliorare la condizione economica
nella quale ci troviamo, perché cancellerebbe la manodopera locale e le piccole
aziende, permettendo l’ingresso di prodotti esteri di bassa qualità, esonerati
dai controlli.
Così
l’opinione, ancora una volta, si spacca in due. C’è chi proclama il trattato
come una benedizione e una salvezza dalla crisi mondiale e chi, invece, lo
considera una rovina.
Ricordiamo
subito che se chiedessimo informazioni più dettagliate riguardo all’accordo ci
sarebbero negate, poiché si tratta di negoziazioni segrete, aperte solo al
governo degli Stati Uniti e alla Commissione Europea, che si pronuncia a nome
dell'UE e dei suoi 28 Stati membri.
In generale,
secondo la Commissione, il TTIP abolirebbe le barriere tariffarie, norme che
comportano costi per l’acquisto e la vendita tra l'Unione Europea e gli Stati
Uniti. Riducendo queste formalità si otterrebbe una rapida diminuzione dei
prezzi. Il trattato darebbe all’economia mondiale nuove possibilità di crescita
e rinnovamento, giovando anche allo scambio continentale di beni e alla
creazione di servizi ambientali.
Ma, oltre
alle barriere tariffarie, verrebbero eliminate anche alcune barriere non
tariffarie, come ad esempio quelle legate alle regole e ai controlli (norme
sulle sostanze chimiche, sulle leggi sanitarie, sulla privacy, su Internet, sui
brevetti, sui copyright e gli albi professionali.)
Il settore
su cui graverebbe particolarmente questo tipo di abolizione sarebbe quello
agroalimentare. Secondo alcuni, non è accertato, ma nemmeno smentito, che il
TTIP aprirebbe le porte agli OGM americani e a carni trattate con ormoni e
antibiotici, che noi mangeremmo senza nemmeno accorgerci, poiché non vigerebbe
l’obbligo di indicare provenienza e trattazione dei prodotti sull’etichetta.
Non
mancherebbero anche alcuni impatti nocivi sull’ambiente. La stessa Commissione
Europea ammette un incremento di emissione globale di anidride carbonica, una
riduzione della biodiversità, un aumento dei rifiuti e un maggiore uso delle
risorse naturali.
Negli ultimi
mesi del 2014 è stata aperta in Internet una petizione contro il TTIP, chiamata
“Stop TTIP”, che fino ad ora ha superato un milione di firme.
Il TTIP è un
trattato che, se venisse approvato, cambierebbe per sempre le nostre vite. Ma
in che modo? Siamo sicuri che questa sia la strada giusta per uscire dalla
crisi?
Francesca
Sartori, 4^F
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