L'ACQUA ECOLOGICA ED ECONOMICA
Nel tentativo di dare continuità al mio impegno di
informazione riguardo agli sconvolgimenti ambientali causati dall’uomo in
Italia e nel mondo, propongo ai marinelliani una riflessione che, ancora una
volta, in qualche modo, li coinvolge. Infatti in Italia nel 2011 sono stati
imbottigliati 12,3 miliardi i litri di acqua, dei quali 11,3 miliardi sono
stati consumati in Italia (188 l per abitante).
L’80 % di questa quantità è giunta sulle tavole degli
italiani in bottiglie di plastica.
Questi numeri confermano il primato europeo dell’Italia per
consumi di acqua minerale in bottiglia. In Italia, il mercato dell’acqua in
bottiglia si mantiene così florido sia per i costi, spesso irrisori, che le
società imbottigliatrici devono affrontare per prelevare il prezioso bene dalle
sorgenti, sia per la mancanza di fiducia dei cittadini nell’acqua di rubinetto
(il 30 % delle famiglie italiane non si fida dell’acqua di rubinetto, con
percentuali molto elevate nel meridione italiano e minime al nord).
Il caso più eclatante è quello della Liguria, dove la regione
riceve appena 3.300 euro all’anno per le 5 concessioni attive sul territorio,
mentre adeguando i canoni a valori più coerenti (indicati dal documento
approvato dalla Conferenza stato-regioni del 2006), arriverebbe ad un introito
di 1,2 milioni di euro, risorse che, usate con responsabilità, potrebbero
sicuramente contribuire ad aumentare il
benessere dei cittadini e dell’ambiente. Tuttavia il danno più grave che questo
consumo irresponsabile dell’acqua
minerale causa è legato ancora una volta all’ambiente, che paga le conseguenze
delle nostre azioni e delle nostre scelte.
Infatti per produrre le 6 miliardi di bottiglie di plastica
necessarie a contenere i 12,3 miliardi di litri imbottigliati, sono servite
456mila tonnellate di petrolio e oltre 1,2 milioni di tonnellate di CO2 sono
state emesse in fase di produzione, senza contare le emissioni derivate dalla
fase di trasporto, che avviene per l’85 % su gomma.
Immaginate quanta anidride carbonica viene espulsa ogni
giorno dai veicoli che trasportano bottiglie d’acqua dalle sorgenti dell’Italia
settentrionale fino alle regioni del mezzogiorno.
Considerate che l’imbottigliamento e il trasporto su gomma di
100 litri d’acqua che viaggiano per 100 km producono 10 kg di CO2, ovviamente
immessa nell’aria.
Considerate che circa 1300 sono i chilometri che separano le
fonti alpine da Palermo.
Altro grave problema è il riciclaggio delle bottiglie usate:
solo il 36 % di esse infatti vengono avviate al riciclo, mentre il 64 % finisce
in discarica, viene smaltito dagli inceneritori o disperso nell’ambiente.
Scegliere l’acqua di rubinetto conviene non solo all’ambiente ma soprattutto a
noi; il costo dell’acqua in bottiglia è
200 volte quello dell’acqua pubblica. Inoltre l’erogazione ha un impatto
ambientale infimo (0,04 kg di CO2 emessa
per 100 litri).
Per il suo consumo non sono necessari imballaggi e per il
trasporto non è necessario usare veicoli. I numeri parlano da soli: la
necessità del cambiamento è evidente.
Talvolta risulta impossibile prescindere dall’uso di acqua in
bottiglia, ma almeno per il consumo casalingo è da preferire l’acqua di
rubinetto, ecologica ed economica allo stesso tempo.
Anche in questo caso è richiesto un impegno singolare di
assunzione di responsabilità e di consapevolezza del contributo che ognuno può
dare, con gesti semplici e piccoli cambiamenti del comportamento nei confronti
dell’ambiente, gravemente malato e seriamente compromesso a causa delle
attività dell’uomo.
Joseph Pudota 4^H
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