SOTTO UN UNICO CIELO
Qualche settimana fa, prima di cominciare questo articolo, mi
è stato chiesto di trovare una legislazione antica che contemplasse al suo
interno l’unione matrimoniale tra persone dello stesso sesso. Dopo una ricerca
approfondita, in cui ho preso in esame sia civiltà estese e prospere che
piccole tribù, ho ammesso che ne restava traccia soltanto in società che non
utilizzavano legislazioni scritte. Eppure, senza valicare mari e monti e finire
su isole o in villaggi, ben tre imperatori romani si sono uniti ad altri uomini
(due dei quali in veri matrimoni). Si tratta di Nerone, Eliogabalo e Adriano.
Nerone, tutti lo ricorderete, era l’imperatore sospettato di
aver incendiato Roma per le ragioni più disparate: si passa dalla necessità di
trovare ispirazione per un canto con la lira a quella di fare spazio per la
costruzione di una domus enorme e sfarzosa, mentre Eliogabalo è stato un
regnante quasi egualmente amato per il suo tentativo di introdurre una nuova
divinità e sovvertire così secoli di storia. Mi rendo conto che questi non
siano referenze, ma che dire di Adriano? Nelle sue Memorie si racconta
dell’ormai celebre amore per Antinoo, un giovane bitinese. Anche Adriano, come
i suoi predecessori, poteva sembrare folle? A quanto raccontano gli storici,
l’imperatore era un uomo molto stimato. E non arse la Città Eterna.
I recenti interventi riguardo a questa spinosa questione sono
stati sconfortanti: in Italia, qualche giorno fa, un deputato PdL, Antonio
Leone, ha indicato le manifestazioni del Gay Pride come responsabili per le
aggressioni ai danni degli omosessuali; in America, dopo il devastante tornado
che ha colpito l’Oklahoma la Westboro Baptist Church asserisce che Jason
Collins, centro della squadra NBA dei Washington Wizards, ne è stata la causa
con il suo coming out; in Francia, dopo l’approvazione dei matrimoni gay, le
proteste si sono intensificate; in Cina, durante una protesta per il
riconoscimento dei diritti delle persone LGBT (acronimo per indicare
omosessuali, bisessuali e transgender), un diciannovenne è stato arrestato
perché tale iniziativa è stata considerata illegale dagli agenti intervenuti;
il patriarca della Chiesa ortodossa georgiana, Ilia II, ha definito
l’omosessualità “una malattia”.
Queste umilianti notizie si accompagnano ad altre di
carattere decisamente positivo: in America, mentre il presidente Obama
pronuncia forti parole contro gli omofobi, il Minnesota ha legalizzato le
unioni omosessuali, mentre il Nevada sta raggiungendo lo stesso risultato;
anche in Brasile è ora possibile il matrimonio gay e in Uruguay il presidente
José Mújica ha firmato una legge in tal senso che entrerà in vigore il 3 agosto
di quest’anno; in Italia, Genova riconosce le unioni civili, che siano etero o
omosessuali.
I diritti sono importanti, sono fondamentali e irrinunciabili
e ciò che scoraggia le persone dal volerli reclamare è l’atteggiamento
discriminatorio che alcuni governi hanno nei loro confronti. Certo è facile
proclamarsi paladini dei diritti di tutti, ma lo è altrettanto mostrarsi sempre
coerenti con questa definizione? Il matrimonio è un diritto che molte persone
non si vedono riconoscere perché “diverse”. Eppure tutti hanno gli stessi
doveri, sanciti da identiche leggi. Riconoscere che anche persone - che
possiamo anche disapprovare o non comprendere, ma sono e saranno sempre esseri
umani - hanno diritti identici sarebbe un grande passo avanti davanti al mondo
e per le generazioni future.
“Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il
tuo diritto di dirlo.”
(Evelyn Beatrice Hall riassume la lezione sulla tolleranza di
Voltaire)
“Odio la parola omofobia. Non è una fobia. Non sei
spaventato. Sei solo uno stronzo.”
(Morgan Freeman)
Francresca Blarasin 4^H
Commenti
Posta un commento